OrtoForesta is a Regenerative Market Garden in Florence, Italy - run by Dario & Tessa.
We grow and sell fruit and vegetables in an agroforestry system which produces nutritious food
while regenerative the ecosystem, soil health, biodiversity and community.
In our work, we integrate the methods of biointensive no-dig market gardening and syntropic agriculture.
OrtoForesta
🗣️ C'è una discussione ricorrente nel nostro settore secondo cui le aziende agricole che si affidano ai WWOOFer o ai volontari sarebbero insostenibili e minerebbero la credibilità dell'agricoltura rigenerativa progessionale. Secondo questa logica, se un'azienda non può permettersi di pagare stipendi pieni per ogni ora di lavoro, è un modello di business fallimentare che non dovrebbe esistere.
💸 Trovo questa critica, prima ancora che infondata, ironica - perché ignora il fatto che l'agricoltura industriale sia sostenuta da massicci sussidi statali (PAC) e da prezzi calmierati dei carburanti — sostegni invisibili che permettono alle grandi aziende di abbassare i costi nonostante le loro inefficienze ecologiche. Per le piccole fattorie che operano fuori da questa bolla di sussidi, l'energia dei volontari può essere vista come un utile contrappeso. Stiamo scambiando energia non rinnovabile con lavoro, e macchinari con mani umane. In un mercato che penalizza pesantemente l’agricoltura manuale, il modello del volontariato è spesso uno dei modi più efficaci per velocizzare la rigenerazione del paesaggio ecologico e sociale.
🤝 Un’altra accusa è quella che il volontariato tolga lavoro a veri operai agricoli. Ma questo si basa sul falso presupposto che un volontario e un dipendente siano unità intercambiabili. Non lo sono. Un WWOOFer non è un lavoratore sostitutivo; è uno studente e un membro temporaneo della comunità. Ciò che viene scambiato non è solo lavoro per denaro, ma assistenza in cambio di formazione, vitto e alloggio.
Se il volontariato non fosse un’opzione, non sostituiremmo il WWOOFer con un dipendente pagato; semplicemente smetteremmo di ospitare e lavoreremmo di più noi, o ridimensioneremmo la nostra azienda. Il risultato non sarebbe un aumento di posti di lavoro, ma meno accesso alla terra e alla conoscenza. Non so voi, ma noi stiamo cercando di coltivare un'"ecologia della libertà", dove le relazioni sono definite dal mutuo appoggio piuttosto che solo da un contratto.
👩🌾 Alcuni sostengono che, poiché soltanto chi è privilegiato può permettersi di lavorare gratis, questo sia semplicemente "turismo rurale" per figli di papà.
Ma questo argomento difende inavvertitamente proprio la logica capitalista che vorrebbe criticare: presuppone implicitamente che il denaro sia l'unico mediatore legittimo di valore.
Scambiando esperienza, cibo e alloggio in cambio di manodopera, permettiamo a una persona di vivere senza vendere il proprio tempo al miglior offerente. Questo non sostituisce il lavoro stipendiato; al contrario, è un gesto di un rifiuto della schiavitù salariale. Il piccolo agricoltore non deve per forza essere un datore di lavoro che gestisce dipendenti.
Nel mio caso, io credo nel mutuo aiuto, non nella ratifica statale - di nulla, men che meno delle collaborazioni tra persone adulte.
Accogliendo volontari, non stiamo sfruttando nessuno, ma stiamo condividendo i 'mezzi di produzione' - terra e competenze. Non è turismo; è un tentativo di radicale ridistribuzione delle competenze. Alla fine di un tirocinio, il WWOOFer si porta a casa tanto quanto quanto ha dato - se non di più!
👨🏫 Chiamarlo sfruttamento, o nuova schiavitù, come alcuni fanno, è paradossale. Formare un volontario comporta un investimento immenso, di tempo e cura. Io personalmente sono immensamente orgoglioso delle ore che passo a spiegare, correggere, condividere. È per questo che a Ortoforesta accogliamo soltanto tirocinanti a lungo termine. Investiamo generosamente nelle prime settimane affinché ogni persona possa sentirsi parte integrante del progetto. Una volta in grado di svolgere una mansione, alcuni diventano dei veri e propri colleghi.
🛠️ Questo crea uno strato di resilienza difficile da misurare in denaro. Un’impollinazione incrociata di competenze in cui ingegneri, artigiani, artisti, filosofi - tutti contribuiscono. Si instaura una relazione simbiotica: loro ottengono accesso alla terra e alla conoscenza, e la fattoria cresce in intelligenza, adattabilità e resilienza.
📜 Vale anche la pena ricordare che questi scambi sono totalmente legali. Strutture come il WWOOF è un’associazione riconosciuta che facilita lo scambio formativo, non il lavoro subordinato. Esiste per colmare il divario tra vita urbana e realtà rurale. Equiparare un tirocinio strutturato allo sfruttamento significa fraintendere la distinzione fondamentale tra un dipendente e un apprendista.
🌱 Questa distinzione è vitale, perché - non so voi - ma il mondo nel quale vorrei lavorare è fatto di sforzi comunitari su piccola scala, che coinvolgono meno spostamenti di denaro e più scambio di risorse e competenze. In quanto orticoltore, vendere prodotti è quasi marginale rispetto alla missione di rigenerare il ruolo del cibo nelle nostre interazioni ecosistemiche. Se perdo un cliente perché decide di andare a coltivarsi il cibo da solo, ho avuto successo. Allo stesso modo, se perdo un apprendista perché va a fondare la sua fattoria, gioisco. Non tornerà a comprare un prodotto o a lavorare, ma per scambiare consigli, piante ed esperienza.
1 week ago | [YT] | 73
View 4 replies
OrtoForesta
🧑🌾 Di recente ho ricevuto molti commenti su un post in cui sostenevo che le piccole aziende agricole siano più efficienti di quelle grandi e meccanizzate, e che senza i sussidi statali questa realtà sarebbe innegabile. Sebbene la risposta sia stata in gran parte positiva, alcune reazioni mi hanno fatto capire che il concetto di efficienza è profondamente frainteso.
🚜 L'efficienza è una grandezza termodinamica: il rapporto tra il lavoro svolto e l'energia richiesta per farlo. Spesso diamo per scontato che, poiché una macchina è più veloce, sia automaticamente più efficiente. Abbiamo questa percezione perché far funzionare una macchina è finanziariamente più economico che assumere una persona. Ma se analizziamo le calorie invece del denaro, la logica si inverte.
📉 Prendiamo l'esempio di spostare 1 m³ di compost (500 kg). Manualmente, una persona in forma può farlo in 30 minuti. Bruciando circa 250 kcal, spendo circa 1 Megajoule (MJ) di energia biologica. Un piccolo trattore, per fare lo stesso lavoro, può arrivare a bruciare fino a mezzo litro di diesel. Con una densità energetica del diesel di ~36 MJ/litro, la macchina consuma 18 MJ. Termodinamicamente, la macchina "efficiente" è diciotto volte più dispendiosa del corpo umano.
💸 Perché allora la via meccanica è percepita come quella più conveniente? Perché misuriamo in denaro, non in energia. La nostra economia sussidia il carbonio fossile, rendendo artificialmente economici milioni di anni di energia solare accumulata. Al contrario, l'energia umana è costosa — non per leggi fisiche, ma per scelta politica.
👥 La "fatica" fisica è spesso un peso solo perché è solitaria. Se quel mucchio fosse spostato da cinque persone, il carico sarebbe trascurabile. Ma i sistemi fiscali scoraggiano il lavoro distribuito. Il carico fiscale e l'attrito burocratico per impiegare cinque persone sono esponenzialmente più alti delle tasse su un singolo litro di diesel. Siamo incentivati a centralizzare la potenza in una macchina piuttosto che distribuire il lavoro.
🌱 Questo potrebbe implicare che un modello con più persone per ettaro non sia solo eticamente desiderabile, ma fisicamente più conveniente — ovvero, efficiente.
❓ La vera domanda da porci è: efficiente in relazione a che input e output? Energia, tempo, soldi, fatica?
1 week ago (edited) | [YT] | 66
View 23 replies
OrtoForesta
🗣️ Ultimamente, nel movimento dell’agricoltura ecologica su piccola scala, sento parlare molto spesso di efficienza. Lasciatemi sviluppare un ragionamento su questo tema. Portate pazienza, perché un discorso un po’ lunghetto.
🏡 Molti di noi hanno la sensazione che, essendo piccoli agricoltori, facciamo fatica a stare in piedi economicamente perché non abbiamo accesso alle economie di scala. E perché non possiamo – o meglio, scegliamo di non – usare scorciatoie come i fertilizzanti sintetici e i pesticidi, che ci farebbero spendere poco e produrre tanto.
🚜 Guardiamo ai grandi, alle monocolture meccanizzate, e pensiamo che per loro sia tutto più facile. I loro modelli ipersemplificati sembrano più efficienti e, sul libero mercato, sembrano avere un vantaggio netto. Così, per difendere i nostri modelli complessi e diversificati, ci appelliamo spesso alle esternalità. Facciamo notare che noi non produciamo solo cibo, ma qualcosa di più sano, più nutriente, e che nel farlo rigeneriamo il suolo, l’ecosistema, le comunità.
❌ C’è un problema grosso in questo ragionamento: è sbagliato alla radice. Le grandi aziende agricole non sono più sostenibili delle nostre, neanche se guardiamo solo all’efficienza economica. Sembrano sostenibili solo perché sono tenute in piedi da sussidi e politiche che le favoriscono. Il loro modello è intrinsecamente inefficiente.
☝️ Sto per fare un’affermazione che ai più sembrerà non giustificata - ma ragionate con me, e vi prometto che se le volete, alla fine, vi porterò un po’ di evidenze a supporto.
👩🌾 Le piccole fattorie (forse, dico forse, dovremmo smettere di chiamarle aziende agricole!) – dove il compost si spala a mano e i concimi chimici a basso costo sono sostituiti dal letame o da piante di supporto gestite con fatica e manodopera – potrebbero essere, nei fatti, il modello più efficiente. Così come sono, senza inventarci meccanizzazioni estreme e acrobazie gestionali. A parità di condizioni esterne, le economie di scala delle grandi monocolture non bastano per competere con noi. E se il mercato fosse davvero libero e le politiche meno centralizzate, questo sarebbe evidente a tutti.
💹 Ci ritroviamo spesso in questo vicolo cieco: dobbiamo tenere i prezzi bassi per competere con la grande distribuzione e l’agricoltura convenzionale. E falliamo. E pensiamo che la ragione del nostro fallimento sia il fatto che siamo troppo piccoli per le economie di scala e che i nostri metodi richiedono tante ore lavoro (costose) invece che carburante (più economico).
⚙️ Per uscire da questo problema, cerchiamo di "ottimizzare" le nostre “aziende”. Inventiamo attrezzi per lavorare più veloci, semplifichiamo i sistemi agroforestali per evitare di “perdere tempo a potare”, deleghiamo la produzione di semi e piantine perché farlo da noi costerebbe di più, ecc. Così facendo, scivoliamo lentamente verso una versione solo leggermente più etica dell'agricoltura industriale.
🏘️ Stiamo combattendo contro un fantasma. I prezzi convenzionali sono tenuti artificialmente bassi dalla politica e dai sussidi. E perché le politiche centrali favoriscono le immense monocolture meccanizzate? Perché sono controllabili. Basta leggersi le argomentazioni storiche di James C. Scott in Seeing Like a State.
🏛️ In molti casi – la Russia sovietica è l'esempio da manuale, ma anche la Tanzania, Burma e molti altri – imporre la standardizzazione e l'industrializzazione del mondo rurale è stato uno strumento esplicito di controllo. Chi comandava si rendeva conto che questi modelli enormi erano meno efficienti delle piccole proprietà, eppure continuava a sovvenzionarli. Perché il controllo era più importante dell'efficienza.
🌿 Personalmente, sono convinto che il nocciolo sia questo: controllo e centralizzazione. Gli ecosistemi funzionano in modo complesso, distribuito. I sistemi agricoli (e sociali) che imitano la natura vinceranno sempre su quelli centralizzati, semplicemente perché seguono le leggi della fisica e dell'evoluzione.
🤑 Accettando la logica del mercato, che ci fa credere di dover diventare più efficienti - stiamo interiorizzando una forma di oppressione molto subdola. Ci stiamo sfruttando da soli, al fine di sostenere un modello centralizzato e governabile da lontano. Stiamo cercando di cambiare noi stessi perché ci hanno convinti che siamo noi ad essere sbagliati.
🌱 Amici, colleghi, mi e ci invito a osservare questo fatto. Possiamo rendere le nostre aziende efficienti, ottimizzate e snelle quanto vogliamo, ma questo non cambierà la sostanza. Perdiamo perché le regole del gioco sono scritte per farci perdere. Se un giorno smetteremo di essere "economicamente insostenibili", sarà probabilmente perché saremo diventati controllabili come tutti gli altri, o perché l'intero sistema sociale sarà cambiato.
🤸♂️ Credo sia nostra responsabilità spingere per questo cambiamento sistemico, iniziando col mettere in discussione questa tendenza a efficientare le nostre aziende a discapito della complessità.
⚔️ L'efficienza è un'arma di lotta di classe. Serve a spingere il produttore indipendente verso il lavoro stipendiato. Nel caso dell’agricoltura, non è soltanto un’arma, ma anche una bugia. Se vogliamo sopravvivere, dobbiamo smettere di cercare validazione in un mercato costruito in questo modo.
🥕 Non dico che non dobbiamo migliorare le nostre fattorie. Ma forse dovrebbero funzionare per noi – per il nostro benessere, per la nostra felicità. Non devono allinearsi a criteri che sembrano necessari per far tornare i conti ma che sono, in realtà, ingranaggi di un controllo centralizzato.
👩🌾 E probabilmente non basterà nemmeno questo – ma questa è un'altra storia (puramente politica).
2 weeks ago | [YT] | 194
View 35 replies
OrtoForesta
Ascoltatore di Pionieri, come ti definiresti?
4 months ago | [YT] | 21
View 8 replies
OrtoForesta
Grazie al mitico @GioelePofferi per questo video girato lo scorso Aprile!
1 year ago | [YT] | 6
View 0 replies
OrtoForesta
Ciao a tutti ragazzi! In molti mi avete chiesto di far ripartire Pionieri con una nuova stagione.
Ci lavoro da diversi mesi, e sono riuscito ad ottenere la disponibilità di alcuni ospiti favolosi!
Purtroppo però, il progetto ha bisogno di fondi per ripartire.
Mi serve un nuovo computer, perché quello vecchio non riesce a sostenere le chiamate video con condivisione di immagini e alta qualità audio.
Vorrei anche spedire agli ospiti un microfono di media qualità, per garantire un audio consistente sia da parte mia che loro.
Infine, una stagione di Pionieri è un onere molto grande: diverse ore di preparazione, 4 ore di registrazione e almeno 2 ore di montaggio e pubblicazione; sganciarmi dall'azienda agricola così tanto ha un inevitabile costo.
Ecco il perché di questo crowd-funding. Se arriviamo a 4000 euro, si parte!
Grazie in anticipo per il vostro supporto - e speriamo che questa nuova stagione veda la luce :)
ko-fi.com/pionieri/goal?g=1
1 year ago | [YT] | 49
View 0 replies
OrtoForesta
Ciao a tutti! Per chi fosse interessato, abbiamo ancora posti nel nostro corso su Compost e Biofertilizzanti.
Prenotazioni a info@ortoforesta.it
1 year ago | [YT] | 19
View 0 replies
OrtoForesta
Se siete interessati ad avviare un semenzaio professionale e a migliorare le vostre tecniche di trapianto e cura delle piantine - ci sono ancora posti liberi per il corso che terrò a Viterbo (Volta la Terra) tra due settimane!
1 year ago | [YT] | 6
View 3 replies
OrtoForesta
🌱I bend down over the pathway, mulched with woodchip. I am engaging in what is probably the humblest, most boring and back-breaking task in market gardening. Hand weeding.
🌿 Hand weeding has become a symbol, for me, of what it means to be part of a great team.
👩🌾 Managing people is definitely a task I don’t shine at, although I try my best to motivate the folks who share the present with me. However, for mysterious reasons, I have been lucky enough to attract and meet some amazing individuals along the way. This year, in particular, our team has blown me away. Despite the many sources of friction, my total inexperience as a leader, and the cumbersome nature of many of the jobs we had to do, the days in the garden have been productive and fulfilling. The atmosphere and the energy of the group has been a constant motivating factor for me, and a driving force in the creation of this little young farm. It is very hard to express this in words for me. That’s why I like to use hand weeding as an example.
🌤 Imagine waking up at 5 AM, when the sun is still young, dressing up and starting the day by crouching down and digging up weeds from a hard clay soil, for a couple of hours, until breakfast. That sounds grim, doesn’t it?
But now imagine doing this with a handful of people you like spending time with. Imagine that while you are at it, you have the most stimulating conversations about life and death, friendship and love, nature and society, religion and technology. Imagine an enriching, provocative, profound dialogue, where everybody is free to express themselves sincerely. Imagine falling in love with these people, their way of thinking and of being - so much so that hand weeding becomes something you actually look for in the coming days. Because it’s a chance to connect, to bond and to learn, to share and to question, to challenge and to grow.
🥬 During this first year at OrtoForesta, we have been doing a lot of hand weeding. To remove couch grass, bind weed, docks and other perennial weeds.
In time, in deep-mulch no-dig systems such as ours, weeding becomes less and less of a burden, and a bit of it every now and then is enough to keep the garden clean.
As the soil becomes more structured and spongy, the rhizomes of these pioneer plants become less and less tenacious. Thus, every time we do another pass on the same bed or pathway, the weeds give in more easily, and it becomes more pleasant to pull them out.
👩🏼🤝🧑🏻 It is at times like this, when I am pleased to see how easy it has become to weed a bed or a path - after only a few months - that my mind goes to those early summer mornings. When even the worst of all garden jobs was a joy. When I was taught one of the most beautiful lessons: the synergy of like-minded, motivated, caring people makes any jobs a discovery. This is how revolutions take place. This is real, hear-felt farming. This is a good life.
2 years ago (edited) | [YT] | 19
View 2 replies
OrtoForesta
Hi lovely folks, a personal message from me, Dario, here. I do apologise if I take a minute to share something of a personal nature. I do so to avoid confusion in those who follow my work; in the name of transparency - which is a guiding star for me; and to honour something beautiful that both me and this community have benefited from over the years.
Flavia’s path and mine have definitively parted. I am not going to dwell on the personal value and implications of this, because it is very private. But I want to say how hugely grateful I am for the things we have achieved together, for the huge amount of work we have done and the reciprocal support we have given each other over the years. Living Soil Garden as a farm, as well as our educational and my consultancy work, wouldn’t have been easy if possible at all without Flavia, who did a lot of the skilled and hard work that is required from a vegetable farmer. I am hugely indebted to her not only for that, but for the incredible love she has given me and our common projects. I hope this community appreciates this and respects it as much as I do.
I know that you too, who are reading this, have friends, partners, collaborators who have shared part of the way with you but at some point have taken their own path. We are who we are, and we have achieved what we have also thanks to those important individuals, so I invite you to salute them and thank them from the bottom of our hearts.
Life goes on, fast and intense, with renewed joys and challenges, surprises and snags, and hopefully more love and motivation than ever. As you will see, some things will change in the organisation of OrtoForesta. I will stay, new amazing people will hopefully join me, things will evolve but the regeneration will continue faster than ever. Stay tuned.
2 years ago | [YT] | 14
View 2 replies
Load more