La storia comincia in una vecchia FIAT 125 rossa, una di quelle macchine che oggi si vedono ancora sfrecciare nella Polonia rurale. Sono seduto sul sedile posteriore e Fabio Bonelli è seduto davanti, nel posto di fianco a quello di guida. Siamo in un parcheggio e stiamo aspettando qualcuno. Parliamo di musica e cerchiamo di spiegarci a vicenda cosa sia il punk-folk. Fabio Bonelli parla dei Pogues; io di una cassetta di un arpista celtico, che avevo comprato in un castello gallese. A un certo punto dico che Caven sarebbe un gran nome per un gruppo punk-folk. È il nome di una stele preistorica ritrovata in una vigna vicino a Teglio, che avevo visto sulla copertina di un numero di Tellus. Fabio Bonelli si volta e mi guarda e ha la faccia di uno che pensa 'Caven, bella idea'.
Qualche mese dopo i Caven provano per la prima volta, in Ganda a pochi metri dal K2. Ci poniamo subito il problema di cosa dire. I nostri testi devono essere assolutamente in dialetto.
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