Sulla servitù moderna

L'obiettivo centrale di questo film è quello di smascherare la condizione dello schiavo moderno nel quadro del sistema totalitario mercantile e di rendere visibili le forme di mistificazione che occultano questa condizione servile. È stato realizzato con lunico scopo di attaccare frontalmente lorganizzazione dominante del mondo. Nellimmenso campo di battaglia della guerra civile mondiale, il linguaggio costituisce unarma di prima scelta. Si tratta di chiamare veramente le cose con il loro nome e di far scoprire lessenza nascosta di queste realtà tramite il modo in cui le nominiamo. La democrazia liberale è un mito perché lorganizzazione dominante del mondo non ha nulla di democratico e neanche di liberale. È quindi urgente sostituire il mito della democrazia liberale con la sua realtà concreta di sistema totalitario mercantile e di diffondere questo nuovo appellativo come una scia di polvere pronta ad incendiare le menti rivelando la natura profonda della presente dominazione. Qualcuno spererà di trovare qui delle soluzioni o delle risposte pronte, tipo piccolo manuale Come fare la rivoluzione?. Non è questo il proposito del film. Qui si tratta di fare la critica esatta della società che dobbiamo combattere. Questo film è prima di tutto uno strumento militante che ha vocazione di far riflettere il più gran numero di persone e di diffondere la critica ovunque non abbia accesso. Le soluzioni, gli elementi di programma, vanno costruiti insieme. Ed è nella pratica, prima di tutto, che brillano alla luce del giorno. Non abbiamo bisogno di un guru che ci venga a spiegare come dobbiamo agire. La libertà dazione deve essere la nostra caratteristica principale. Quelli che vogliono rimanere schiavi aspettano luomo provvidenziale o lopera che basterebbe seguire alla lettera per essere più liberi. Di queste opere e uomini che si sono proposti di costituire lavanguardia rivoluzionaria e condurre il proletariato verso la liberazione dalla sua condizione, ne abbiamo visti fin troppi nella storia del XX secolo. I risultati da incubo parlano da sé. Tra laltro, noi condanniamo tutte le religioni perché generatrici di illusioni che ci permettono di accettare la nostra sordida condizione di dominati e mentono o farneticano su quasi tutto. Ma condanniamo anche ogni stigmatizzazione di una religione in particolare. Gli addetti del complotto sionista o del pericolo islamista sono delle povere teste mistificate che confondono la critica radicale con lodio e il disprezzo. Non sono capaci di produrre che fango. Se alcuni di loro si dicono rivoluzionari, è più in riferimento alle rivoluzioni nazionali degli anni 1930-1940 che alla vera rivoluzione liberatrice alla quale noi aspiriamo. La ricerca di un capro espiatorio in funzione della propria appartenenza religiosa o etnica è vecchia quanto la civiltà ed è solo il prodotto delle frustrazioni di quelli che cercano risposte rapide e semplici di fronte al vero male che ci opprime. Non ci può essere ambiguità sulla natura della nostra lotta. Siamo favorevoli allemancipazione di tutta lumanità, senza alcuna forma di discriminazione. Tutto per tutti è lessenza del programma rivoluzionario al quale noi aderiamo. I riferimenti che hanno ispirato questo lavoro e più in generale la mia vita sono espliciti in questo film: Diogene di Sinope, Étienne de La Boétie, Karl Marx e Guy Debord. Non li nascondo e non pretendo di aver inventato lelettricità. Mi si riconoscerà semplicemente il merito di essere riuscito a servirmene per illuminarmi. Quanto a coloro che troveranno da ridire su questa opera perché non sufficientemente rivoluzionaria oppure troppo radicale o ancora troppo pessimista, propongano la loro visione del mondo nel quale viviamo. Più numerosi saremo a diffondere idee e più la possibilità di un cambiamento radicale potrà emergere. La crisi economica, sociale e politica ha sancito il fallimento del sistema totalitario mercantile. Una breccia è aperta. Si tratta ora di infilarcisi senza paura, ma in modo strategico. Bisogna però agire velocemente perché il potere, perfettamente informato sullo stato della radicalizzazione della contestazione, prepara un attacco preventivo senza paragoni con quello che abbiamo conosciuto finora. Lurgenza dei tempi ci impone quindi lunità piuttosto che la divisione, perché ciò che ci unisce è molto più profondo di ciò che ci divide. È sempre molto facile criticare quello che fanno le organizzazioni, gli individui o i vari gruppi che invocano la rivoluzione sociale. Ma in realtà, queste critiche partecipano della volontà di immobilismo che cerca di convincerci che niente è possibile. Non dobbiamo sbagliare nemico. Le vecchie guerre intestine in campo rivoluzionario devono lasciar posto allunità di azione di tutte le nostre forze. Dobbiamo dubitare di tutto, persino del dubbio. Jean-François Brient et Victor León Fuentes www.ildirittodisapere.com/